Il comune di Sirtori è probabilmente di origine romana e deve il suo nome alla “gens Sertoria”, una famiglia che nella Gallia Cisalpina si dedicava al commercio e alla vita militare. Collocato in posizione strategica sui colli, Sirtori costituiva un’importante via di transito. Il paese divenne feudo della famiglia Sirtori nel XVII secolo: Evangelista Sirtori ne ottenne l’investitura nel 1647 dal re di Spagna Filippo IV. Sirtori conserva il Castello di Crippa, uno più imponenti e suggestivi castelli della Brianza, oggi sotto tutela in quanto considerato tra i beni di interesse storico-artistico. Nel XVI secolo i Crippa sono ricordati come una delle famiglie più potenti della zona.
Il luogo
La pineta, sulla collina di Sirtori, risale agli inizi del 1900, quando finì il casato dei nobili Sirtori con la morte di Teresa Prevosti, moglie di Gaspare Sirtori. Il conte Gaetano Besana, cugino unico erede di donna Teresa, fece piantare sulla cima di quella vasta proprietà, che delimita la parte sud del paese, molti pini silvestri.
Si arriva alla pineta percorrendo un sentiero scosceso che si snoda tra i campi e i tipici terrazzamenti delle colline brianzole. Dalla pineta, oltre ai paesi sottostanti, si osserva la vasta pianura milanese. Da qui, nel periodo bellico, gli abitanti osservavano i bombardamenti su Milano.
Villa Besana
Per Il Giardino delle Esperidi Festival apre eccezionalmente al pubblico il parco di Villa Besana, risalente al XVI secolo e ristrutturata tra la fine dell’800 e il 900. La struttura del parco non è stata modificata sostanzialmente da quando il giardino è stato disegnato nel 19esimo secolo. È ancora possibile leggere il disegno originale in tutta la sua completezza e complessità e percepire i diversi elementi paesaggistici che compongono il parco, famoso per conservare un esemplare di Liriodendron tulipifera che, con i suoi 53 metri e oltre, è l’albero più alto d’Italia (Misura come un palazzo di sedici piani): vecchio di circa 200 anni, si nasconde in una conca che cela la sua maestà, ma basta avvicinarsi al tronco per rimare impressionati dall’altezza.