Elsinor Centro di produzione Teatrale
prosa
3 luglio 2021
Dio o la natura, a seconda di ciò in cui si crede, ci hanno dato una bocca e due orecchie: evidentemente perché ascoltassimo il doppio e parlassimo la metà!
Farsi silenzio. Per fare spazio e prendersi tempo.
Il progetto nasce da un pellegrinaggio artistico, alla ricerca del sacro in ogni dove.
Uscire dai propri luoghi e predisporsi ad accogliere l’inaspettato è un gesto semplice e potente, così come ogni volta che si inizia un viaggio nell’ascolto dell’altro da sé. Lo spettacolo è un viaggio alla riscoperta della lentezza, del silenzio attraverso la quotidianità della vita.
Gli spettatori verranno dotato di cuffie, in modo da cercare e attivare nuove relazioni tra lo spazio esterno/pubblico e quello interno/privato. In un’epoca in cui l’immagine è così prepotente, il tentativo è lasciare che il suono suggerisca le parole, per scrostarle e riportare alla luce il loro vero significato: c’è bisogno di silenzio.
Questo non è teatro che rappresenta la realtà, ma siete voi che l’interpretate. In questi tempi con più̀ premi teatrali che spettatori, mi accontento di uno spettatore per ogni minuto. Questa è una scommessa contro. Contro di voi e contro di noi. Ma soprattutto contro le definizioni e le differenze. Impossibile quindi. Quello che dico, non è detto che lo pensi. Nulla si inventa mai, si può̀ solo rubare con più̀ o meno eleganza. Dal momento in cui si pretende di dire qualcosa, si sancisce il proprio fallimento.La prima affermazione è il primo errore. Questo non vuole essere uno spettacolo in più̀, ma uno spettacolo in meno. Ciò̀ che voglio è solo andarmene. E questo lavoro è fatto a forma di porta. E queste parole, rubate, sono il mio sbatterla. O lasciarla aperta. Grazie di esserci.
Marco Cacciola