Il luogo

Paese di poco più di mille abitanti della Brianza lecchese, Ello si trova alle pendici del Monte Regina, uno dei tre colli che formano il Monte di Brianza. Il suo territorio rientra nella Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino e nel PLIS del Monte di Brianza.

La chiesa dei Santi Giacomo e Filippo di Ello è una rara testimonianza dell’architettura gotica e tardo gotica lombarda, con affreschi che riaffiorano sotto vari strati di intonaco oltre ai vari interventi di modifica eseguiti nel settecento. La chiesa è posta sopra un basso poggio, ormai nei pressi dell’abitato di Ello che nel corso dei secoli ha subito un sia pur modesto sviluppo urbano, nel mezzo di un’antica area cimiteriale, di proprietà comunale: da decenni non è più officiata.
Già dal 2 Agosto 1914 il Ministero competente, riconoscendone l’importanza ed il pregio, emana un provvedimento di Vincolo per la chiesa cimiteriale di Ello ai sensi dell’allora vigente legge di tutela, la n. 364 del 20 Giugno 1909.

A caratterizzare l’esterno della chiesa concorrono gli architetti pensili del coronamento, estesi a tutto il perimetro, arricchito anche da una decorazione in mattoni disposti in diagonale su due file sfalsate. Ma ancora si rilevano in rarissimi punti della tracce del primo intonaco che ricopriva la muratura, la cui datazione si potrebbe far risalire alla metà del XV secolo.
L’interesse maggiore è dovuto alle decorazioni graffite che si estendevano probabilmente su tutta la facciata. Tale graffito, ancora leggibile in alcune zone, rappresenta una serie di monogrammi o semplici simboli ripetuti, una “S” a tripla linea che a sua volta è inserita in una maglia di diagonali che formano dei rombi.
Questa breve esposizione dell’analisi tipologica e materiale permette anche al lettore di immaginare la chiesa di S. Giacomo nell’aspetto che probabilmente aveva fra il 400-500: gli architetti con le relative lunette decorate a fresco, il coronamento a coda di drago e la facciata decorata a graffiti, componevano un insieme di accurata esecuzione e molto ricca anche nei colori.

La Chiesa di Sant’Antonio Abate, nata come cappella privata e diventata chiesa del paese nel Cinquecento, conserva un crocifisso cinquecentesco e gli affreschi realizzati da David Beghè, che in Brianza ha lavorato anche alla Chiesa di San Carlo a Sirone e alla Chiesa dei Santi Ambrogio e Simpliciano a Carate Brianza.

Di fronte alla chiesa, sorge Villa Annoni Montecuccoli Cicogna, residenza settecentesca che oggi ospita Casa San Giuseppe, convento e casa di riposo dell’Istituto religioso delle Suore della Riparazione. La residenza in passato appartenne al marchese Bartolomeo Calderari e a sua moglie Vittoria Peluso, che in seguito avrebbe sposato il generale napoleonico Domenico Pino; in seguito la proprietà passò al conte Alessandro Annoni e poi al senatore Aldo Annoni.

A Ello c’è anche Casa Negroni, nota anche come Casa Armaioli Missaglia. I Negroni, infatti, erano una famiglia di armaioli originari di Ello a cui era stato assegnato il soprannome Missaglia, attivi a Milano tra il XV e il XVI secolo: ebbero modo di lavorare per gli Sforza, ma anche per il re di Francia Luigi XI e per l’imperatore Massimiliano d’Asburgo. Una loro armatura è rappresentata anche nella Pala Montefeltro di Piero della Francesca, oggi conservata nella Pinacoteca di Brera a Milano.

In via Filatoio si può osservare il Filatoio Dell’Oro, noto anche come Filatoio Della Torre, il cui nucleo originale risale alla fine del XVIII secolo. Una torre accoglieva tre ruote idrauliche dal diametro di 6 metri, posizionate l’una sopra l’altro, che sfruttavano l’acqua del rio Ello. Il complesso, attivo fino agli anni Ottanta del secolo scorso, fa parte dell’Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei.

Nel comune di Ello si trova infine Villa Amman, residenza costruita nel 1774. Splendido esempio di architettura neoclassica, si ritiene sia stata progettata da Giuseppe Piermarini, l’architetto della Scala di Milano, della villa Reale di Monza e di Villa Tittoni a Desio. La sua struttura, con le sue proporzioni maestose e sobrie e l’equilibrata distribuzione degli elementi architettonici, è comunque sicuramente ispirata alle realizzazioni del celebre architetto. La villa è appartenuta alla famiglia Redaelli e da metà 800 alla famiglia Prinetti. Sul finire dell’800, per via ereditaria la villa passò agli Amman, a seguito del matrimonio tra Fanny Prinetti e Edoardo Amman. Il parco, di chiaro impianto romantico è ricco di alberi, notevoli per dimensioni e vetustà, in particolare un gigantesco faggio pendulo (Fagus pendula), un grande platano (Platanus orientalis) ed una sequoia gigante (Sequoia gigantea), alta trentasei metri e con una circonferenza di quasi sette, che figura nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia. Dalla terrazza panoramica si apre allo sguardo il celebre paesaggio dei laghi Briantei di Oggiono, Pusiano e Annone.